Oggi la giornata e’ un po’ fredda ma non importa. Voglio andare a vedere le farfalle. Ho letto ieri di questa iniziativa in citta’. Sembra interessante. Preparo con cura la macchina fotografica. Si, perche’ si potrebbero fare delle bellissime foto, ma non col cellulare.
I primi piani, le sfocature, le zoomate… non e’ roba da cellulare. La macchina fotografica esiste ancora anche se tanti non la considerano piu’. Ed anche la fotografia e’ ancora un’arte. Che non e’ quella dei selfie.
Andare a vedere le farfalle mi mette un po’ di nostalgia e voglia di viaggiare: ho fatto diverse volte questa esperienza in giro per il mondo, in centri appositi o allo stato naturale in mezzo alle grandi foreste.
Certo non e’ la stessa cosa ma merita ugualmente una visita.
E poi e’ una iniziativa carina e sicuramente lodevole.
Il tutto si svolge dentro un grande cubo di stoffa plastificata all’interno di un parco ricavato dai beni sequestrati alla mafia e gestito da una cooperativa di ragazzi armati di tanta buona volonta’.
Perche’ per organizzare qualcosa in questa citta’ ci vuole sempre tanta buona volonta’.
Arrivo all’ingresso del parco ma non vedo nulla. Non e’ possibile… e’ stato inaugurato da qualche giorno. Meglio chiedere (ma un cartello magari?)
In effetti occorre attraversare l’intero giardino perche’ l’installazione e’ in un angolo non immediatamente visibile a chi entra.
Chissa’ quanta gente ci sara’. Oggi e’ sabato. Mi avvicino ma non vedo tanta gente, Sara’ il mio giorno fortunato. C’e’ solo un piccolo gruppo di bambini e di mamme, forse un pezzo di scolaresca.
I bambini sono impazienti, vogliono entrare subito, ma i controlli regalati dalla pandemia comportano qualche rallentamento nell’ingresso.
Anch’io mi sento un po’ bambino ed anch’io voglio entrare subito.
L’attesa e’ breve, comunque.
L’aria calda dell’interno, in netto contrasto con la giornata piuttosto fredda, ti avvolge subito. Occorre un ambiente climatizzato per le farfalle.
Senti subito il caldo umido per la presenza dei caloriferi e di tante piante ma occorre creare l’habitat adatto.
Subito una farfalla bianca e nera mi viene incontro, mi accoglie e si viene a poggiare sulla mia giacca impermeabile azzurra. Chissa’ forse mi ha scambiato per una strana pianta semovente.
Non resta che cominciare a scattare le prime foto. Bianca e nera continua a stare su di me anche se mi muovo. Basta, me la porto in giro. Qualcuno mi dice che ne ho una grande coloratissima sulla schiena. Peccato. Non riesco a vederla.
Il vocio e le esclamazioni di stupore dei bambini riempono tutto lo spazio. Certo in tanti non hanno mai visto farfalle cosi’; vengono dall’America, dall’Asia e dall’Africa.
Ne vedo una azzurra bellissima, grande, che vola padrona dello spazio sulle nostre teste. La conosco, l’ho gia’ incontrata nella foresta amazzonica. Mi ritorna in mente il percorso in mezzo ad una vegetazione incredibile cosparsa di goccioline d’acqua. L’umidita’ della foresta, l’odore delle piante, il silenzio della natura rotto solo dagli uccelli che comunicano tra loro.
Ed un branco di rari lemuri che ti vengono incontro e non sai se preoccuparti di questo incontro casuale o vivere l’emozione cosi’ com’e’.
L’urlo di un bambino mi riporta subito tra le farfalle del posto: una farfalla si e’ posata su di lui e il bambino ha avuto paura. Ma i ragazzi che danno le spiegazioni lo rassicurano: “Non ti preoccupare le farfalle non fanno nulla, non sono pericolose”.
Ma oggi i bambini cittadini non sono quasi mai a contatto con la natura, che per loro e’ sempre e comunque un mondo tutto da scoprire.
In un angolo, su una panca di legno, c’e’ una cassettina con delle fette di arancia e dei pezzi di banana. Sara’ l’ora di pranzo perche’ alcune si sono posate sulla frutta e mangiano. Non bisogna disturbarle e non bisogna toccarle in questi momenti. Una di queste pero’ e’ finita su alcune gocce di acqua versata sulla panca e non riesce piu’ a staccarsi da li’. Annaspa, occorre aiuto. Uno dei ragazzi esperti la prende con delicatezza e la poggia su una pianta. E’ infreddolita, per questo non riesce a muoversi bene. Ma si riprendera’ subito.
Tantissime farfalle stanno sulle pareti di stoffa trasparente o attacate al tetto; forse vogliono stare alla luce e vogliono farsi colpire da quel poco di sole che la giornata offre.
Tante ti volano attorno e ti si posano continuamente addosso. Ma non hanno paura. Se avvicini la mano vi salgono lentamente e timidamente sopra senza scomporsi piu’ di tanto. E cosi’ le puoi vedere veramente bene. La macchina fotografica serve tanto qui. Peccato non avere tanto tempo da dedicarvi perche’ comunque poi bisogna uscire per fare entrare altra gente.
Da vicino ti accorgi che la farfalla che hai di sopra ti sta guardando con i suoi strani occhioni azzurri. E’ grande, ed e’ anche molto bella. Tante sfumature di colore sulle ali che sembrano di seta. I disegni sono magnifici.
Vola via leggera.
Alcuni bambini hanno preso coraggio ed adesso vogliono toccarle. Qualche dito impacciato o maldestro si avvicina a quelle poggiate sulle foglie o sui fiori.Che bello il contrasto dei colori delle ali e dei fiori.
In una piccola vetrina sono esposte le crisalidi. Tra poco si apriranno e nasceranno nuovi esseri bellissimi e fragili.
Ma gia’ si cominciano ad intravedere i colori delle ali in formazione.
Un ultimo giro di foto e di colori.
Scatto di corsa un po’ qua e un po’ la’ ovunque il mio sguardo e’ attirato dalle macchie di colore svolazzanti. Tra poco dovro’ uscire.
Usciro’ volando. Come le farfalle. Libero.