La locomotiva Rocket di Stephenson del 1829

Tutto e’ cominciato dall’arrivo di un libro dall’Inghilterra, una interessante pubblicazione molto dettagliata sulla Rocket, la locomotiva costruita nel 1829, attraverso la quale Stephenson mise a punto un sistema di locomozione a vapore con una meccanica particolare, che rimase in voga per i seguenti 140 anni.

Dalla lettura del libro e’ nata l’idea di costruire un modellino che mostrasse gran parte del sistema meccanico della locomotiva rispettando quanto piu’ possibile ogni dettaglio, compatibilmente con la scala di riproduzione da scegliere.

In particolar modo mi ha colpito anche il colore giallo della prima versione. Nella versione successiva, che si trova esposta al Museo delle Scienze a Londra, sia la forma che la meccanica avevano subito grosse modifiche in quanto in sede di messa in esercizio la prima versione della locomotiva aveva evidenziato dei difetti piuttosto rilevanti.

Pero’ la seconda versione era completamente nera ed era peraltro esteticamente meno attraente.

Particolare anche il tender completamente in legno corredato di botte, che avrebbe dato anche un gusto particolare al modellino.

Deciso: puntiamo alla prima versione!

Il primo passo e’ stato quello di riprodurre quindi i disegni storici in scala per avere idea delle dimensioni finali del modello. Dopo varie prove la scelta della scala e’ fatta: scala 1/24.

Da dove cominciare la costruzione? Beh le parti in legno erano le piu’ semplici, ma tutto il resto richiedeva uno studio supplementare sia per scomporlo nei singoli pezzi da costruire sia per individuare i materiali piu’ adatti da utilizzare per ogni pezzo.

E allora giu’ a scarabocchiare bozzetti di parti strutturali, parti meccaniche e di percorsi del vapore fino a capirne l’esatto sviluppo di ogni componente.

Tutto questo comportava attivita’ preliminari di approfondimento con ulteriori ricerche sul web di foto ed ulteriore documentazione, ma dopo circa 15 giorni le idee erano piu’ chiare, anche se non su tutto. In linea di massima comunque il modello si poteva realizzare. Strada facendo si sarebbero approfonditi quei dettagli che in prima battuta il libro non consentiva di comprendere.

Intanto sarebbe stato necessario impiegare, oltre al legno, anche lamiera di alluminio da 0,5 mm, tondini di ottone di vari diametri (1 mm, 1,5 mm, 2 mm), tubi di alluminio da 0,6 mm, 0,8 mm e 1 cm), tubetti in rame da 2 mm, dadi filettati da 1,6 mm, rondelle da 3 mm, e … tantissima progettazione al computer con sistemi Cad 3D di pezzi (alla fine sono stati circa 70) da stampare in plastica con la mia fidata stampante 3D autocostruita. E per un tocco finale magari anche carbone e pietrisco…

La prima esperienza fatta con la realizzazione della Ford T del 1910 in qualche modo mi rassicurava sulla riuscita dell’impresa, anche se la scelta di una scala piuttosto piccola aumentava le difficolta’ pratiche.

In modellismo “piccolo” equivale a “difficile”, ma a me piace sperimentare cose sempre diverse e piu’ complesse.

Dopo poco piu’ di 4 mesi di lavoro e’ nato un modellino di circa 30 cm con parte della meccanica funzionante secondo le specifiche della prima versione del progetto di Stephenson.

Tutte le fasi di costruzione sono qui dettagliate.

Ecco il risultato finale.

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