La Benz Patent Motorwagen del 1886

Siamo nel 1886 ed un certo Karl Benz, un ingegnere un po’ stravagante come me, decide di costruire un veicolo piu’ leggero e maneggevole rispetto a quelli a vapore e pensa di utilizzare un motore a scoppio.

Siamo veramente ai primordi dell’auto, anche se di auto ha veramente poco. Sembra in realta’ un buffo triciclo con ruote da biciclette.

Nasce la Benz Patent Motorwagen.

Cerco alcune foto sul web: bellissime le foto in bianco e nero dell’epoca, vera testimonianza storica. Ma esiste anche qualche foto e video piu’ recente ed a colori di qualche mezzo ricostruito esposto in alcuni musei.

La mia passione per il modellismo mi porta subito all’idea di realizzarne un modello in scala 1/8 da poter affiancare agli altri che ho realizzato nella stessa scala (una Ford T del 1910 ed una Alfa Romeo 8C 2300 degli anni trenta). Mettendoli vicini si vedra’ con grande evidenza quale sia stata l’evoluzione storica dell’auto in quell’arco di anni.

A questo punto inizia la ricerca della documentazione, che parte dai disegni allegati al brevetto depositato N. 37435: sono soltanto due fogli ma sono sufficienti a rilevarne le dimensioni di base per sviluppare l’intero progetto. Bastera’ un nutrito corredo fotografico dei modelli ricostruiti per poter completare le informazioni mancanti.

In 5 mesi di lavoro, che ha comportato un largo uso di progettazione e stampa 3D, oltre alla lavorazione manuale di legno, ottone, alluminio, pelle e quant’altro, ha visto la luce un modellino che rispecchia interamente la meccanica del mezzo originario.

Il telaio e’ interamente realizzato in plastica, le ruote hanno i raggi in fili inox ed i copertoni sono in gomma.

Il blocco motore e’ in plastica ed in alluminio. Era costituito da un solo cilindro di 577 centimetri cubici ed aveva una potenza di 0,75 CV: una potenza che oggi appare del tutto ridicola.

Eppure e’ cominciato tutto cosi’!

Il volano della prima versione era orizzontale; nelle successive fu modificato e posto verticalmente.

Il grande serbatoio sul motore conteneva l’acqua di raffreddamento.

Gli altri serbatoi servivano per il combustibile e per l’olio.

La trasmissione era costituita da una grossa cinghia che collegava il gruppo motore alle ruote dentate; queste, tramite due catene, trasmettevano il moto alle ruote posteriori.

La leva accanto il sedile serviva per inserire la marcia (una sola naturalmente).

Le sospensioni erano costituite da due balestre in ferro.

Il sedile era in pelle adornato da 16 bottoni. Quello del modello e’ realizzato proprio con la pelle dei sedili d’auto, i bottoni sono delle teste di spilli.

Non ho trovato nessuna foto dell’originaria pila al bicromato di potassio e quindi mi sono rifatto alla batteria a 3 elementi utilizzata nei modelli ricostruiti. Era racchiusa in uno scomparto di legno con coperchio a scorrimento.

Lo sterzo muoveva la ruota anteriore attraverso una cremagliera.

Per avviare il motore si faceva girare manualmente il volano con un colpo secco … ma bisognava insistere.

Ai tempi non c’era l’accensione elettronica…

E adesso una piccola panoramica.

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