La moto inglese Rex del 1908

Una nuova scommessa: costruire da zero una moto antica con sidecar.

Inizia cosi’ una lunga ricerca per individuare sul web tutto quello che potesse aiutarmi ad inquadrare il tipo di moto ed il modello di sidecar.

Non c’e’ tanto materiale, ma a poco a poco riesco a trovare qualcosa che attrae la mia attenzione: le foto d’epoca in bianco e nero (parlo dei primi del ‘900) di alcuni modelli inglesi corredati da eleganti e comodi sidecar in vimini.

Le moto dei primi del ‘900 cominciano ad essere piu’ complesse rispetto a quanto ho finora realizzato, ma questo non mi preoccupa particolarmente.

Quello che mi crea maggiore difficolta’ e’ realizzare piccole strutture in vimini. Non l’ho mai fatto.

E’ una buona scusa per mettermi alla prova.

Ma come si lavora il vimini? Non ne ho la piu’ pallida idea, pero’ trovo su internet una serie di filmati che ne fanno vedere la lavorazione. Decido di seguire un piccolo corso che spiega il procedimento in maniera piu’ articolata.

L’altra difficolta’ da superare e’ il materiale da usare: il vimini e’ troppo rigido per intrecciare elementi cosi’ piccoli e si spezza non appena comincio a piegare le listerelle. Provo col bamboo ma e’ ancora peggio. Fili di paglia? Si spezza tutto subito.

Serve un qualcosa di piu’ flessibile e quindi comincio a provare con lo spago o con la rafia, ma il risultato e’ troppo “peloso” e non somiglia affatto al vimini.

Dopo varie prove individuo quello che serve: il filo vegetale che si usa in cucina per legare la carne da cuocere al forno.

E’ liscio, sufficientemente flessibile ed ha una colorazione che somiglia molto al vimini verniciato in bianco.

Perfetto!

A questo punto occorre solo scegliere il tipo di moto ed il tipo di sidecar.

La scelta cade su una moto inglese Rex V-Twin del 1908 di cui riesco a disporre di una nutrita raccolta fotografica.

Il sidecar ricopia quelli piu’ ricorrenti di quel periodo. Mancano totalmente le foto di dettaglio della struttura di sostegno, ma ricavo comunque delle preziose indicazioni da alcune foto relative a telai incompleti di sidecar completamente ammalorati o parzialmente distrutti.

E allora si incomincia!

Si parte dalla definizione della scala del modello: scelgo la scala 1/8, cosi’ da poter confrontare il risultato con tutti gli altri modelli finora costruiti.

Procedo quindi al disegno dei bozzetti delle viste laterali, corredate da tutti quei dettagli che possano consentire la progettazione dei singoli pezzi con sistemi CAD-CAM e quindi la realizzazione dei singoli pezzi o mediante l’uso di una stampante 3D o in maniera del tutto manuale.

Partiamo dal telaio, articolato ma non complicato.

Lavoriamo adesso sulle ruote.

I cerchioni sono a raggi intrecciati e sono abbastanza differenti da quello che ho finora realizzato su modelli dei periodi antecedenti, che presentavano raggi perfettamente radiali (cioe’ convergenti tutti verso il centro della ruota).

Sostanzialmente la posizione dei raggi comincia ad assomigliare a quello delle ruote delle moto attuali.

I raggi sono realizzati in filo di acciaio inox.

Realizzo i 3 copertoni in gomma (2 per la moto ed una per il sidecar) mediante una stampa 3D.

Comincia a prendere corpo anche il telaio del sidecar, caratterizzato da 2 balestre elastiche che consentono un minimo di comodita’ al passeggero.

Cominciano a nascere il blocco motore, il serbatoio ed i parafanghi.

Il motore e’ un 2 cilindri a V da circa 725 cc.

La ruota posteriore e’ collegata ad una corona con pedali (come in una bicicletta) che consente l’avvio del motore, pedalando.

Dall’altro lato la ruota e’ collegata al blocco motore attraverso una lunga cinghia trascinata da una grande puleggia.

La moto non ha sospensioni, per cui il sediolino e’ dotato di molle di acciaio per attutire le asperita’del terreno.

Beh, la moto e’ a buon punto. E il sidecar? E’ ora di affrontarne la costruzione.

Si inizia intrecciando 2 fili su un telaio costituito da listerelle parallele di bamboo.

Quindi il telaio viene piegato per dare la forma del cesto, inserendo anche dei sostegni laterali in fil di ferro

Per dare la forma corretta ho dovuto realizzare una provvisoria struttura in legno di appoggio.

L’intero cesto e’ stato realizzato mediante l’intreccio di 2 fili continui di circa 13 metri l’uno.

I sidecar in vimini erano inoltre dotati di un vano posteriore per il bagaglio e a volte di una sorta di valigia che andava posizionata sotto il sedile stesso.

Il sedile e’ in pelle. Ai piedi del cesto di vimini e’ stata posizionata una copertina, che veniva utilizzata dal passeggero per coprirsi dal freddo.

In quasi 3 mesi di lavoro questo e’ il risultato finale.

Ho scelto di mantenere scollegate la moto dal sidecar, per consentire una maggiore visibilita’ dei dettagli.

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