Un ambizioso progetto: ricostruire il piroscafo Piemonte, la nave che fu utilizzata da Garibaldi assieme al piroscafo Lombardo per il trasporto dei Mille alla conquista della Sicilia nel 1860.
Perche’ ambizioso? In realta’ di questa nave si conosce ancora oggi pochissimo. Nessuna foto o raffigurazione di altro tipo.
Occorreva quindi andare a cercare qualche informazione presso gli archivi navali storici, ammesso che esistesse ancora qualcosa.
La nave era adibita al trasporto di passeggeri e quindi non aveva armi in dotazione, non essendo destinata ad azioni militari. Era stata costruita a Glasgow nel 1849, era di proprieta’ della Societa’ di navigazione Rubattino e stazionava normalmente a Genova, effettuando servizio lungo la costa tirrenica.
Il Piemonte ed il Lombardo furono “rubate” alla Rubattino la sera del 5 maggio 1860 proprio per la spedizione dei Mille. Dovevano puntare su Marsala. Garibaldi sali’ sul Piemonte con circa 360 soldati. Sul Lombardo prese il comando Nino Bixio imbarcando altri 710 unita’ circa.
La difficile ricerca di documentazione finalmente porta all’individuazione di un libro “Le navi di Garibaldi” scritto dallo storico Paolo Piccione, nel quale viene riportato integralmente l’inventario del 1857 rinvenuto presso l’Archivio dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano a Roma.
In pratica le uniche informazioni disponibili sull’imbarcazione erano quelle riportate nell’inventario e quindi da li’ si doveva partire, pero’ immaginare la nave attraverso un lungo elenco di oggetti non e’ proprio semplicissimo, considerato peraltro che detto elenco era pieno di termini marinareschi dialettali od ormai obsoleti a volte incomprensibili anche agli addetti ai lavori.
Con tanta pazienza inizia l’analisi di questo elenco, partendo dalle dimensioni: in circa 50 metri di nave dovevano trovare posto un salone di prima, degli alloggi di prima e seconda classe, quelli per il comandante e per l’equipaggio.
Poi c’erano alcuni informazioni sul tipo di motore a vapore installato e sulla contemporanea presenza di vele, in quanto si trattava delle prime installazioni di motori di questo tipo per cui veniva mantenuta comunque la presenza delle vele.
Purtroppo dopo la spedizione il Piemonte fu utilizzato ancora per poco tempo e fu poi destinato alla demolizione, azzerando la possibilita’ di recuperare altre informazioni sullo stesso.
Il Lombardo aveva avuto una vita un po’ piu’ lunga anche se poi colo’ a picco vicino alle Isole Tremiti, ma ne fu ritrovato il relitto nel 2004 , e dello stesso e’ stato possibile ricostruire il modello che si trova presso il Museo Garibaldino di Caprera.
Dallo studio di alcuni frammenti di racconti della spedizione dei Mille emerge che tra i mille c’era Giuseppe Nodari, un ragazzo di 18 anni con la passione della pittura e che da qualche parte esisteva una raccolta di acquarelli fatti durante la spedizione: questa poteva essere una strada importante da percorrere! Chissa’, magari c’era anche qualche disegno di parti della nave.
Dopo diverse ricerche infruttuose un colpo di fortuna: emerge che era stato pubblicato il libro “L’avventura dei Mille” a cura di Philippe Daverio proprio su Nodari e sulle sue testimonianze grafiche dirette sulla spedizione.
Fondamentale acquisirlo subito! Dopo un po’ di attesa per consentire al fornitore di cercarne una copia da qualche parte se ancora esistente, entro in possesso del libro.
Fantastico! Effettivamente in qualche acquarello c’era qualche scorcio che dava una rappresentazione visiva di parti della nave, seppur frammentaria.
Gli elementi rappresentati sono stati di aiuto anche nella decifrazione dell’inventario, perche ha’ portato la conferma di una intuizione importante: l’inventario descriveva le cose presenti sulla nave nello stesso ordine con cui un ipotetico soggetto incaricato di fare l’inventario percorreva il ponte e quindi la sequenza descrittiva andava seguita identicamente nel ricostruire la pianta della nave.
Cosi’ a poco a poco ogni oggetto cominciava a trovare una sua collocazione ed una sua logica.
Complessivamente i disegni del Nodari erano abbastanza coerenti con l’inventario anche se in qualche caso alcuni elementi disegnati negli acquarelli risultavano imprecisi o approssimati, ma c’era l’inventario che comunque consentiva di apportare le dovute correzioni.
In questo lavoro di ricostruzione ho avuto la grossa collaborazione di Laura Inglese, una scenografa che ha partecipato ad importanti e noti film di affermati e pluripremiati registi.
L’interazione con Laura consisteva nello sforzo congiunto di come immaginare gli spazi esterni ed interni della nave, cercando di mettere ogni cosa al posto giusto.
In questo si e’ proceduto ad esaminare altre imbarcazioni dell’epoca dello stesso genere, per capirne le impostazioni tecniche ed estetiche.
In questo e’ stato particolarmente utile esaminare la pubblicazione “Le navi dei Florio” di Paolo Piccione sulla flotta dei Florio, a fronte di alcune navi della quale esistevano invece delle fotografie dell’epoca.
In definitiva dopo circa 2 mesi di ricerche ed acquisizione di informazioni, e’ stato possibile disegnare l’intera nave.
Dopo tanta fatica restava semplicemente la predisposizione di un progetto esecutivo che consentisse di creare il modellino in scala.
Detto fatto!
In pochi mesi ho realizzato l’unico modello del Piemonte in scala 1/100 esistente, con la soddisfazione di aver dato finalmente un volto ad una imbarcazione di grande valore storico, ma finora poco conosciuta.
Alla ricostruzione degli esterni e degli interni si e’ ispirata la produzione del film “L’abbaglio” del regista Ando’ con gli attori Servillo, Ficarra e Picone.
Alle scenografie del film ha lavorato nel ruolo di Art Director la stessa scenografa Laura Inglese con cui ho condiviso tutte le fasi di studio sopra descritte.
LE FASI DI COSTRUZIONE
IL MODELLO FINITO